Per anni ho provato prodotti di qualità e fatture tra le più disparate. Soprattutto autoradio ed amplificatori per auto ed in ambito audio mi sono capitati per le mani i prodotti più strani ed innovativi. Streamer di rete quando ancora poco si sapeva della musica liquida, DAC con l’occhio magico come le radio a valvole degli anni sessanta, computer camuffati da coordinati Hi Fi, sistemi all in one dalle forme poco Hi Fi e tanti oggetti “particolari”. Chi poteva immaginarsi che nel 2021 mi capitasse di provare dei diffusori tanto comuni quanto insoliti come i Woodsound LBH-10 che vi propongo oggi?

Perché insoliti vi chiederete? Beh, guardate le foto e ditemi se non vi sembra strano che io li abbia chiamati Woodsound e non piuttosto B&W! No, non mi sono impazzito, la cosa è suonata strana anche a me la prima volta che li ho visti, poi incuriosito ho affrontato internet e mi sono fatto una idea… In effetti di Woodsound se ne sentiva parlare da tempo specie nei forum di appassionati Hi Fi e le opinioni erano spesso inspiegabilmente contrastanti. Come fare a dare concretezza a tutte quelle strane ipinioni?

Quale modo più semplice e concreto di andare ad ascoltarle? In questo mi è venuto incontro l’amico Mattia che ha potuto ascoltarle per la prima volta in una strana occasione! Qualche mese fa Mattia viene da me e mi dice: “sai Luca, ho venduto i diffusori del mio impianto che sto ridimensionando ed ora sono alla ricerca di qualcosa di più piccolo ed anche meno impegnativo economicamente. Oggi pomeriggio vado a sentire una coppia di……… usate e vediamo come vanno ed in quali condizioni sono. Sarebbero ideali per il mio ambiente ed il suono di quei diffusori mi piacque molto quando li ascoltammo in fiera lo scorso anno!”.

Al ritorno dal suo incontro Mattia mi dice: “ Luca non ho acquistato le casse……. perché mi è capitata una cosa stranissima. Ho ascoltato i diffusori a lungo, poi quando ero quasi convinto a concludere l’acquisto, ho chiesto al proprietario per quale ragione le vendesse! Lui mi ha risposto che le vendeva perché aveva appena acquistato una coppia di LBH-10. Incuriosito gli ho chiesto cosa fossero e lui me le ha fatte ascoltare. Alla fine dell’ascolto ho dovuto trovare una scusa per andarmene senza concludere l’acquisto delle sue casse e scusandomi per il contrattempo!”.

In pratica Mattia aveva ascoltato le Woodsound LBH-10 e gli erano piaciute talmente tanto da rinunciare all’acquisto dell’usato per ordinarne una coppia all’azienda di Treviso. Ed eccomi allora coinvolto nella prova e conseguente recensione delle Woodsound LBH-10 a casa dell’amico Mattia, bimbo  felice di avere finalmente a disposizione i suoi adorati giocattoli!

Posizionamento ed ascolto

Mattia, persona disponibilissima ha messo a disposizione il suo impianto e soprattutto la sua sala d’ascolto a me ed all’amico Roberto Pallocchia per un prolungato pomeriggio di ascolto in cui abbiamo avuto occasione di confrontare le LBH-10 con una coppia di LBH-8 ed anche, spudoratamente con un prototipo dei diffusori realizzati da Roberto.

Come si può vedere dalle foto le LBH-10, sono poste a circa 50 cm dalle pareti di fondo e distanziate fra loro di circa 3 metri.

L’ambiente è abbastanza “assorbente” a causa dei diversi tappeti e tendaggi presenti ed anche per le pareti rivestite in legno. Quindi siamo in uno spazio abbastanza silenzioso e con caratteristiche che abbattono sensibilmente la gamma medioalta e rendono più “morbida” la gamma bassa.

All’ascolto mi concentro partendo proprio dalla particolarità che ha colpito Mattia quando scelse di non acquistare il prodotto usato di cui abbiamo raccontato in apertura. Il suono di quella linea di prodotti ed anche in particolare di quel marchio mi è familiare perché lo amo molto anche io.

Forse questo confronto ha fatto partire svantaggiate le Woodsound perché loro non hanno molti punti di contatto con le P…. provate ed ascoltate nel confronto di cui ho parlato all’inizio. Eppure sin dai primi minuti di ascolto appare evidente che una loro carta d’identità timbrica ce l’hanno e pure ben definita.

Woodsound LBH-10 con “intruso”!

Sin dall’inizio vengo quindi colpito dalla gamma bassa possente e dalla velocità della stessa (consideriamo che Mattia pilota i diffusori con due finali a valvole opera consonance 9.9 reference da 28W per canale!) e malgrado la potenza dell’amplificazione non sia tanta, la stanza si riempie di suono con facilità.

E’ vero, il sistema è un tre vie dotato di quattro trasduttori e ben due sono dedicati alla gamma bassa. Sono inseriti in una struttura in legno con una finitura in ciliegio molto ben realizzata, anzi oserei dire “veramente ben fatta”! Non mi aspettavo quindi risultati inferiori a quelli ottenuti e consideriamo che abbiamo iniziato con brani assai “difficili”.

Tra quelli utilizzati per testare i diffusori cito ad esempio Bosso e Cammariere che si cimentano nella bellissima Estate di Bruno Martino (impossibile non amare questo brano!) in un disco della Blue Note che raccoglie le performances di diversi artisti che si sono esibiti sul palco di Umbria Jazz 2011. Voce presente e con una scena veramente stabile, tromba dettagliata e molto “suadente”.

Particolare del Woofer da 10” in kevlar

Poi, senza dover nemmeno faticare a cambiar traccia, è il caso di divertirsi con “Il barbone di Siviglia”, traccia numero due del citato disco. Stavolta tocca a Bollani al piano ed al bravissimo Antonello Salis alla fisarmonica. Un gioco tra le parti veramente coinvolgente con passaggi tra gli strumenti che vengono restituiti con naturalezza e poche sbavature. In alcuni casi si percepisce una apparente difficoltà del tweeter a spingersi in alto con “naturalezza”. L’inasprimento diventa più evidente all’aumentare del volume d’ascolto.

Trombe, sax, tromboni, tamburi e percussioni fanno parte della cultura bandistica del gruppo Funk Off che ama esibirsi nelle strade cittadine piuttosto che su un palco. La ripresa sonora risulta pertanto costretta in un palco e non si percepisce “il movimento” tipico degli strumenti trasportati in giro per le vie! Però il trombone c’è tutto ed il medio da 165mm in kevlar con ogiva rifasatrice sa citarlo al meglio. Anche se sarebbe stata apprezzabile una maggior coerenza con i livelli degli altri trasduttori impegnati nella riproduzione.

La costruzione della sezione bassi al grezzo

Tocca ora a Dado Moroni che col suo piano accompagna le voci di Nicky Nicolai e Renzo Arbore dal brano “Un cornetto e un cachet”. Anche qui le voci escono ben amalgamate e l’estensione di Nicky appare in tutta la sua evidenza, senza eccessi.

E siccome mi è piaciuto molto l’equilibrio del pianoforte, rimango ancora in compagnia di Danilo Rea con “Sospensione”…

L’ascolto è andato avanti a lungo e quindi non vi voglio tediare con tutta la discografia utilizzata ma traggo subito le conclusioni.

Le Woodsound LBH-10 hanno soddisfatto le aspettative che, devo dire non erano basse visto il confronto diretto (seppure a memoria) con un marchio blasonato del mondo Hi Fi, con alle spalle ben altra struttura R&D rispetto al prodotto nostrano!

Particolare del midwoofer con rifasatore ad ogiva.

Le Woodsound apprezzano molto le grandi orchestre perché riescono a lavorare bene con grandi volumi di ascolto, hanno però una evidente pecca nella sezione medioalti che tende ad entrare in crisi se viene sollecitata oltre un certo limite di frequenza. Una caratteristica od un difetto evidenziato dai commenti di diversi possessori di questi diffusori e che ritrovo anche nei diffusori di Mattia. Il costruttore ci ha però fatto presente che la prima serie del tweeter inserito nelle LBH-10 aveva un limite strutturale che è stato risolto nelle release successive (i diffusori che abbiamo ascoltato noi erano “quasi” una preserie) ed in effetti le LBH-6 che ho in casa in questi giorni e che vi presenterò presto, dotate dei nuovi tweeter non sembrano mostrare gli stessi limiti (quelli di Mattia verranno presto aggiornati a quanto mi è dato sapere).

Il gruppo magnetico di uno dei woofer

Quindi se dovessi trarre le mie conclusioni senza conoscere il prezzo di questi diffusori ma affidandomi solo a quanto ascoltato, potrei dirmi soddisfatto “con riserva”!

Divertenti e “fedeli” con dischi di Jazz e Rock, con pochi strumenti sul palco, tutti riprodotti in dettaglio ed anche con la giusta evidenza. Scena bella “granitica” con facile “visualizzazione” dei piani sonori e dinamica da vendere ( e siamo con una coppia di valvolari). Insomma, se c’è qualcosa che non mi è piaciuto risiede proprio nella sezione medioalti ed in gamma altissima. Nel primo caso pare mancare la sinergia tra i due trasduttori (midwoofer e tweeter) nello scambiarsi i compiti che porta ad una leggera incoerenza, più evidente agli alti volumi d’ascolto. Nel secondo caso, pur sapendo del limite strutturale del tweeter, appare evidente l’incapacità del componente a spingersi oltre le frequenze di 17/18k. E non venite a dirmi che l’orecchio umano non percepisce tale mancanza perché nelle Woodsound è evidente, seppur accettabile per il fatto che tale limite è addolcito dalla presenza dei valvolari, con i quali ovviamente abbiamo ascoltato CD, vinili e soprattutto, musica liquida in alta risoluzione…

Particolare del filtro

Concludo…

Oramai è evidente che le Woodsound LBH-10 fanno il verso (a livello estetico) alle B&W ed è questa la ragione del titolo di questo articolo. Non si può dire invece che copino il sound delle casse inglesi ma si posizionano piuttosto verso il gusto musicale italiano di marchi come Opera ad esempio.

La costruzione di questi diffusori è impeccabile a livello ebanistico.  I due woofer da 25cm, in Kevlar, sono inseriti nel cabinet principale del diffusore, realizzato in MDF da 30 mm, molto robusto e rigido. La sua forma rastremata verso il fondo, riduce al minimo le risonanze interne del cabinet.  Inoltre il bass reflex è posto sul fondo, sospeso da colonne di alluminio, questo permette una diffusione più equilibrata ed ampia della parte bassa della gamma, rendendo il basso profondo molto presente, come rilevato nelle note d’ascolto.

Il tweeter delle LBH-10

La sezione medio alti è costituita da un tweeter a cupola in alluminio da 25mm, ospitato in un involucro a tromba, realizzato in alluminio pressofuso e da un midwoofer da 165mm in Kevlar con ogiva rifasatrice. Il mid-woofer è montato su un cabinet in fibra di vetro, isolato dal cabinet principale per rendere minime le interferenze e le vibrazioni con la parte bassa. Lo stesso per il tweeter, che con il suo involucro a tromba è montato sospeso sul cabinet del mid-woofer.

Caratteristiche tecniche:

Composizione: Tweeter alluminio da 1”, mid-woofer in Kevlar da 6.5”, 2 x woofer in Kevlar da 10”, Bass Reflex sul fondo

Gamma di frequenze: 32 Hz – 22 kHz, fino a 200 Hz i due woofer da 10”, 200 Hz-3 kHz il mid-woofer da 6,5”, da 3 kHz a 22 kHz il tweeter da 1”

Impedenza nominale: 4 Ohm (min. 3,5)

Sensibilità: 91 dB

Dimensioni: 41 x 55 x 105, peso circa 45 kg lordi ciascuno

Dimensioni del diffusore

I trasduttori

Ennio Dolfato di Woodsound

Il diffusore è disponibile in diverse finiture tra cui il laccato bianco opaco, impiallacciato ciliegio, impiallacciato noce americano e nero lucido il prezzo di listino per la coppia è di circa 2000 Euro. Non vi è dubbio che una tale realizzazione rapportata al livello costruttivo, non ha paragoni sul mercato attuale. Per quanto riguarda i risultati d’ascolto, già eccellenti nella prova condotta a casa dell’amico Mattia, sono certo che diverranno ancora migliori quando potrò ascoltare la nuova versione della LBH-10 con le previste modifiche a filtro e tweeter.

Maggiori informazioni a questo link

Di Luca Tommolini

Giornalista tecnico per anni sulle principali riviste di Hi Fi ed Hi Fi Car, dal 2016 ho creato questo sito personale per parlare della tecnologia che mi piace e di qualche altro argomento...