Un test interessante

Sulla base di questo principio un gruppo di neuro ricercatori dell’università di Kyoto hanno pubblicato sul giornale di neurologia della American Phisiological Society nel giugno 2000, i risultati di una ricerca finalizzata a riscontrare se il sistema uditivo umano è in grado di percepire le frequenze al di sopra del limite conosciuto dei 20kHz.

Lo studio è particolarmente interessante e lo propongo per essere molto vicino alla realtà del popolo audiofilo, visto che non usa toni puri o segnali specifici da laboratorio, ma al contrario un brano musicale appositamente registrato.

Figura C – Lo spettro fatto ascoltare ai candidati al test.
A: spettro intero da 0 a 50 kHz  – B: solo spettro limitato a 22kHz – C: solo spettro oltre i 22kHz

Il brano scelto è di musica Gamelana, fig C tipica delle isole di Bali, ricca di alte frequenze registrato con un set di microfoni, pre e alimentatori B&K, un convertitore AD/DA ad 1 bit e frequenza di campionamento molto alta ed un registratore digitale. Questo segnale che si estende sino ai 50 kHz è stato diviso in due parti ponendo come frequenza di separazione i 22 kHz, creando così una terna di segnali: il primo a banda intera (A), un secondo al di sotto dei 22kHz (B) ed un terzo superiore ai 22kHz (C).

La ricerca era finalizzata all’individuazione di aree della corteccia celebrale che vengono attivate dalla percezione d’ascolto dei tre segnali visti poco sopra fig D, utilizzando per l’analisi il principio per cui una cellula che si attiva emette un segnale elettrico che può essere captato dai sensori di un encefalogramma, oltre a  richiede una maggiore quantità di ossigeno con conseguente maggior afflusso di sangue in quella zona della corteccia celebrale.

Quindi la ricerca condotta su soggetti normali con una fascia di età compresa tra i 16 e i 43 anni è stata condotta con due differenti sistemi di analisi:

un Alpha  EEG – Elettro Encefalo Gramma di onde Alfa

e la PET – Tomografia ad Emissione di Positroni.

Ai soggetti bendati posti sotto test venivano  fatti ascoltare,  in doppio cieco, i tre spezzoni di brano intervallati da un quarto che rappresenta il rumore di fondo, riprodotti da un sistema audio tradizionale che pilotava una coppia di casse acustiche progettate appositamente con un supertweeter in grado di raggiungere i 100kHz.