Colgo l’occasione che Stefano Rossi mi ha dato aprendo una interessante discussione su Facebook il 12 gennaio scorso, per presentare il resoconto personale sull’uso della RIAA digitale che, come vedremo in seguito, ha aperto un viale tutto in discesa sul giradischi e le sue problematiche. Una bella sorpresa per tutti gli amanti del vinile.

Prima di poter rippare correttamente un vinile, occorre sapere che nel mondo della registrazione analogica, ad ogni passaggio nella produzione, c’è una perdita di qualità sonora.

Questo concetto vale sia negli studi di registrazione che nell’impianto di casa, sia per l’analogico che per il digitale anche se in modo inferiore.

Sta a noi in funzione dell’investimento economico che siamo disposti a fare, limitare in parte questo costante decadimento che per noi utilizzatori parte da un “punto zero”, ovvero l’acquisto del vinile.

Su quello che avviene prima del “punto zero” non possiamo farci nulla, non dipende da noi, ma su quello che accade dopo possiamo intervenire su molti parametri a volte completamente trascurati se non addirittura occultati delle industrie HI FI.

Ad oggi, a parte qualche sistema semi integrato capace di leggere  il vinile e riportarlo nel formato liquido, tutto resta nelle mani dell’appassionato e nelle scelte che fa.

Ma quante sono le possibili soluzioni? Sono essenzialmente due: la prima prevede l’utilizzo di un eccellente front-end  connesso ad un convertitore A/D ed a un sistema di registrazione digitale (e per front-end intendo testina, giradischi, braccio, connessioni, cavi, pre-pre, RIAA ed ogni più piccola vite che compone il sistema); la seconda consiste nell’affidarsi totalmente al mondo informatico concentrando i propri sforzi sulla qualità della scheda audio.

Tascam DA-3000

Se possiedo un valido front-end, magari da svariate migliaia di Euro forse la soluzione più semplice è quella di acquistare un registratore a stato solido che riporti direttamente nel formato voluto il segnale analogico. Mi viene in mente il Tascam DA 3000 capace di scrivere direttamente su schede SD anche in formato DSD partendo da un segnale analogico, o PCM se già in formato digitale. Macchina professionale dal costo di circa 1.500 Euro.

Ma per chi non può permettersi cifre importanti per la costruzione del proprio front-end qual è allora la soluzione migliore?

Negli ultimi anni la tecnologia digitale ha reso possibile una estrema semplificazione dei programmi software e dell’hardware dedicati all’acquisizione aido, cosicché con poche sapienti mosse si possono rippare facilmente i propri vinili ottenendo una buona qualità e senza investire cifre importanti!

Di seguito vi dimostrerò come utilizzare al meglio alcune soluzioni tenendo come obbiettivo primario il costo più basso possibile per ottenere una qualità almeno simile se non superiore al formato CD.