Riporto solo ora la mie impressioni sull’ascolto svoltosi il 16 e 17 dicembre scorsi presso il negozio D’Agostini Lab di Roma perché sono un pigro ma soprattutto perché ho voluto rivedere le impressioni ricevute la prima volta che ho ascoltato questo amplificatore con i diffusori Utopia di Roberto Pallocchia e con il DSP di Silence LAB in un improprio mix di prodotti artigianali e prodotti nati per il mondo automotive!

L’incontro organizzato presso D’Agostini Lab ha permesso agli intervenuti di ascoltare l’amplificatore progettato da Rajko Marcon Quarta insieme ai diffusori Arte Acustica (prodotti che confesso di non aver mai ascoltato prima!). Sala acusticamente trattata, prodotti ottimizzati e risultato eccellente ma prima di proseguire voglio premettere che c’è stato un problema riscontrato in altre occasioni (ad esempio in fiera), ovvero la scelta del programma musicale da ascoltare. Se da una parte è comprensibile che l’organizzatore dell’evento voglia evidenziare le caratteristiche del proprio prodotto è anche possibile che la scelta musicale non sia adatta ad una valutazione complessiva ed esaustiva del prodotto ed è ciò che è successo anche nell’incontro di cui vi parlerò a breve.

Dirò anche di più perché per scrivere dell’esperienza di D’Agostini Lab mi servirò anche del primo ascolto effettuato presso l’officina di L’Altro Pianeta Hi Fi (centro di installazione specializzato di Roma) dove, in una condizione tutt’altro che ottimizzata, l’amplificatore ItaliAcoustic ha saputo dare il meglio di se!

In quell’occasione l’amplificatore era collegato direttamente ai diffusori Utopia di Trombe & Vinile Lab (a questo link alcune informazioni sul prodotto) ed era collocato in un angolo della citata officina senza alcun tipo di trattamento acustico, anzi con decine di elementi di disturbo. Ad alimentarlo un sistema basato su DSP Silence Lab con il quale realizzammo una blanda misurazione ambientale procedendo ad eliminare alcune fastidiose risonanze ed allineando l’emissione sfruttando la potenza del citato DSP.

Fu evidenziata in quell’occasione la capacità dell’amplificatore di restituire una dinamica e velocità incredibili senza mai perdere dettaglio. Anche togliendo quello che poteva essere “l’aiuto” del DSP ed entrando in analogico con un comunissimo CD Arcam rimasero invariate tutte le capacità citate (anche se con una evidente variazione timbrica) che mi fecero apprezzare ancor di più quell’elettronica.

Tornando all’ascolto presso D’Agostini Lab, il primo vantaggio di una sala acusticamente ben trattata ha permesso di far risaltare ancor di più le caratteristiche dell’amplificatore ascoltato in due configurazioni, difatti a sorpresa il progettista aveva con se una seconda e più recente release dell’amplificatore, stavolta con una livrea grigia rispetto a quella nera da me ben conosciuta, opportunamente collocato in una seconda saletta attrezzata con uno streamer Cambridge Audio e diffusori Focal Kanta (il suono Focal sempre attraente!!!).

Nel primo impianto, quello in cui l’HSA-05S è in coppia coi diffusori Arte Acustica, ho riscontrato quasi subito le caratteristiche già rilevate nel primo ascolto in “officina”. Primo fra tutte l’analiticità della riproduzione. I diffusori di Arte Acustica sono privi di crossover e quindi ho imparato a conoscerli per quello che sono grazie all’imprinting dato dall’amplificatore. In questa accoppiata l’HSA-05S ha saputo restituire dettagli, dinamica ed una gamma bassa controllatissima. Ciò che non mi ha convinto molto è stata l’immagine stereofonica e la dimensione della scena ma non avendo potuto scegliere i brani da ascoltare ho dovuto affidarmi alle scelte del giornalista Maurizio Fava che ha organizzato la demo. Inoltre, non conoscendo affatto le caratteristiche dei diffusori Arte Acustica (per me si trattava della “prima volta”!), devo ammettere che non c’erano le condizioni per approfondire meglio quell’aspetto dell’ascolto.

Passando nella seconda saletta, più piccola e più “minimalista”, ho potuto apprezzare la coppia HSA-05S Kanta ma in quel caso c’è stato veramente poco tempo per approfondire. Ed anche nella seconda sessione d’ascolto non ho potuto mettere brani di mia scelta come invece fatto qualche mese prima in “officina”! Malgrado tutto posso dire che il suono delle Focal alimentate dall’Italiacoustic era più vivace, presente ed anche più gradevole in generale.

Non aggiungo altro perché per quel poco che conosco l’amplificatore dell’amico Rajko, ritengo che possa fare faville con un setup più accurato o perlomeno più conosciuto come ad esempio il mio impianto domestico. Non è peraltro detto che prima o poi un campione del HSA-05S non arrivi in casa mia per un test più approfondito e “controllato”.

Se volete saperne di più, questo è il link per il prodotto ItaliAcoustic e questo il link per i diffusori Arte Acustica.

Di Luca Tommolini

Giornalista tecnico per anni sulle principali riviste di Hi Fi ed Hi Fi Car, dal 2016 ho creato questo sito personale per parlare della tecnologia che mi piace e di qualche altro argomento...