Peccato, veramente peccato dover constatare che la formula dell’audio al top con oggetti da sogno inseriti in impianti Hi Fi stratosferici, oramai non funziona più. Se ne sono accorti tutti meno che gli addetti ai lavori! Il Gran Galà dell’alta fedeltà, manifestazione creata e sostenuta da Giulio Cesare Ricci, nell’edizione romana svoltasi in questo fine settimana (4 e 5 marzo scorsi) presso l’hotel Sheraton 3 Parco De Medici (ottima location seppur non comoda da raggiungere senza mezzi propri), ha mostrato il fiato corto, con meno espositori di quella svoltasi l’anno precedente ed addirittura l’assenza di operatori dati per “presenti” nella brochure ufficiale.
Undici sale in tutto, diverse delle quali gestite direttamente da rivenditori del centro italia (Lyrics Audio e Hi Fi D’Agostini di Roma, Hi Fi Di Prinzio di Chieti) ed una minima rappresentanza dei marchi audio attualmente distribuiti sul territorio nazionale. Inutile dire che in nessuna sala era presente un “sistema” terrestre ma solo oggetti dai costi stratosferici che, seppur bellissimi (ma spesso non all’altezza timbrica del loro valore economico), non erano rappresentativi di questo mercato che invece per attrarre nuovi consumatori avrebbe bisogno di tornare con i piedi per terra.
Quindi il messaggio veicolato da questa manifestazione è: per ascoltare la musica, nemmeno ad alto livello (qualitativo!), devi spendere xmila Euro, tutto il resto è “robetta”!
Ovvio quindi che quanto a presenze di pubblico i numeri sono stati limitati agli appassionati con un target di età tra i 40 anni a salire, con un buon portafoglio oppure con una grande passione e tanto “vorrei ma non posso”.
Peccato, ancora una occasione perduta per parlare di musica riprodotta con il giusto equilibrio…










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