Quest’anno, per la prima volta al Monaco High End, ho scoperto un tipo di manifestazione che credevo oramai “non più esistente”, dimenticata! Per capirci, sono uno di quegli audiofili che in qualche modo ha avuto la fortuna di vivere questo appassionate mondo anche dalla parte per così dire “opposta”. Ho scritto per diversi anni su riviste di settore ed ho avuto la fortuna di provare, “assaggiare” diversi prodotti, alcuni interessanti, alcuni fantastici, altri un po meno!

Nel mio percorso di appassionato/giornalista ho incrociato tante manifestazioni e fiere. Ricordo con nostalgia la mostra de Il Suono che si svolgeva a Roma negli anni settanta e poi il SIM di Milano. In tempi più recenti il Top Audio che alla sua chiusura ha lasciato un vero e proprio “deserto”. Deserto mai superato dalle tante piccole manifestazioni locali che ancora oggi si tengono in piedi con formule sempre meno interessanti e che non riescono a rappresentare degnamente il settore ne a sostituire la storia di SIM e Top Audio.

Sono passato anche per la “galattica” Las Vegas che grazie alla scelta di portare il settore audio del CES (Consumer Electronic Show) nelle suites dei più importanti alberghi della città, ha saputo salvaguardare la particolarità del settore Hig End Audio. Manifestazione con la quale non si possono però misurare le tante varianti europee per tanti ed ovvii motivi.
Poi nel 1981 nasce in Germania la High End Society per volontà di un gruppo di aziende locali (tra cui la Burmester per citarne una) e nel lontano 1982 si svolge la prima edizione della fiera (se non ricordo male allora si chiamava semplicemente “hig end” e la prima manifestazione ebbe come sede Dusseldorf) che pose le basi di quella che oggi conosciamo come Monaco High End. Diciamo che il grande sviluppo della fiera tedesca avviene in realtà a partire dal 2003, anno in cui la kermesse si sposta al MOC di Monaco dove quest’anno si è tenuta la 35ma edizione, per la 14ma volta in quella sede.

Come ho detto all’inizio, io sono arrivato al MHE solo quest’anno, in ritardo direi, avendone sentito sempre parlare bene dai tanti operatori di settore che vi hanno partecipato come espositori od anche semplicemente come visitatori. La struttura del MOC si presta benissimo al tipo di manifestazione. Gli ampi e ben sfruttabili padiglioni al piano terra (Halle 1, 2, 3 e 4) e gli immensi piani superiori (denominati Atrium) che l’organizzazione ha sfruttato per il 50% dell’area disponibile, sembrano il luogo ideale per ospitare una kermesse dedicata alla musica riprodotta e l’organizzazione ha saputo sfruttare al meglio questi spazi, offrendo allestimenti fieristici che rispettano l’esigenza di disporre di ambienti acusticamente corretti e spazi espositivi non invasivi.
Dal più piccolo al più grande, al MHE non si ha l’impressione del gioco di forze tra le aziende che si percepisce invece, ad esempio al CES di Las Vegas dove gli stand scenografici sono il leitmotiv della fiera. Piuttosto al MHE si vive una distribuzione degli spazi che somiglia invece ad un salotto con le “vetrine” dei negozi che appaiono “patinate” come si trovassero affacciate su Via Montenapoleone a Milano.

Si nota che gli organizzatori hanno voluto privilegiare il mondo dell’alta fedeltà di rango, quella di alto livello, eppure anche il marchio meno “blasonato” non sfigura in questa ampia e variegata vetrina dove da alcuni anni sono prepotentemente apparse diverse interessanti realtà orientali.

Insomma, una fiera che ai miei occhi è apparsa ben organizzata e rappresentativa di una ampia fetta di prodotti dell’Hi Fi. Certo diversi erano i marchi assenti ma la rappresentatività dell’offerta presente in fiera era tale da non far rimpiangere di aver affrontato il viaggio da Roma e di aver scarpinato avanti indietro per i padiglioni per due giorni.